Un libro che tratta soprattutto di Torino e dintorni durante la fine del periodo fascista e anche dopo, quando i tedeschi presero controllo dell'Italia settentrionale. Mi pare un libro quasi autobiografico - il narratore, personaggio principale, somiglia molto al Pavese raccontato da Natalia Ginzburg nei suoi libri e saggi.
Ginzburg descrive una persona che rimane fuori di tutto, sopra di tutto, che non vuole immischiarsi nella vita quotidiana. Questo è lo stato esatto di questa casa del titolo; sopra Torino, vicino ma a parte. Dalla casa e dei colline dintorni sorveglia il bombardamento di Torino durante la guerra e si sente fuori di tutto questo. Il narratore-l'autore rimane fuori di tutto. Abita con una famiglia, la cui figlia è innamorata di lui, ma non vuole a che fare con lei. Lui è contro il fascismo, conosce partigiani di ogni lato politico, ma non vuole entrare nelle loro lotte. Passa un po' di tempo nascosto in un monastero, dove parla col fratello di Dio e della fede, ma non arriva a credere neanche in Dio. Questo passaggio è interessante perché il prete parla del prezzo della fede, la necessità di accettare certe cose che possono sembrare difficili, È come se non arriva a credere in niente, anche sgradevole, ma è il prezzo di crederci, di avere una certezza nella vita. Il narratore non può accettare quel prezzo, ne nella religione, ne nella politica, neanche nell'amore.
C'è anche in questo romanzo, come in La Luna e i Fallo, un ragazzo un po' dimenticato, un po' patetico, che cresce un po' solo, un po' dimenticato da tutti. Nei due romanzi è il narratore che si mette ad occuparsene. Questo bambino mi sembra un simbolo in qualche sorte, forse di come Pavese si vede ad un certo livello. Da un lato, nella sua distanza da tutto, c'è una superbia, una arroganza, ma da un altro lato, c'è un bambino a parte, dimenticato, lasciato troppo solo - insomma, caso triste.
È interessante notare che Pavese e anche Ginzburg sono scrittori autobiografici ad un certo livello, e nella loro narrazione e, con Ginzburg, nei saggi e libri apertamente autobiografici. Si raccontano nelle loro scritture. È molto diverso della letteratura francese della stessa epoca, che era molto più astratta, ideologica.
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