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Tuesday 3 March 2020

La casa in collina - Cesare Pavese

     Un libro che tratta soprattutto di Torino e dintorni durante la fine del periodo fascista e anche dopo, quando i tedeschi presero controllo dell'Italia settentrionale.  Mi pare un libro quasi autobiografico - il narratore, personaggio principale, somiglia molto al Pavese raccontato da Natalia Ginzburg nei suoi libri e saggi.
      Ginzburg descrive una persona che rimane fuori di tutto, sopra di tutto, che non vuole immischiarsi nella vita quotidiana.  Questo è lo stato esatto di questa casa del titolo; sopra Torino,  vicino ma a parte.   Dalla casa e dei colline dintorni sorveglia il bombardamento di Torino durante la guerra e si sente fuori di tutto questo.  Il narratore-l'autore rimane fuori di tutto.  Abita con una famiglia, la cui figlia è innamorata di lui, ma non vuole a che fare con lei.  Lui è contro il fascismo,  conosce partigiani di ogni lato politico, ma non vuole entrare nelle loro lotte.  Passa un po' di tempo nascosto in un monastero, dove parla col fratello di Dio e della fede, ma non arriva a credere neanche in Dio.  Questo passaggio è interessante perché il prete parla del prezzo della fede, la necessità di accettare certe cose che possono sembrare difficili, È come se non arriva a credere in niente, anche sgradevole, ma è il prezzo di crederci, di avere una certezza nella vita.  Il narratore non può accettare quel prezzo, ne nella religione, ne nella politica, neanche nell'amore.
       C'è anche in questo romanzo, come in La Luna e i Fallo, un ragazzo un po' dimenticato, un po' patetico, che cresce un po' solo, un po' dimenticato da tutti. Nei due romanzi è il narratore che si mette ad occuparsene.  Questo bambino mi sembra un simbolo in qualche sorte, forse di come Pavese si vede ad un certo livello.  Da un lato, nella sua distanza da tutto, c'è una superbia, una arroganza, ma da un altro lato, c'è un bambino a parte, dimenticato, lasciato troppo solo - insomma, caso triste.

   È interessante notare che Pavese e anche Ginzburg sono scrittori autobiografici ad un certo livello, e nella loro narrazione e, con Ginzburg, nei saggi e libri apertamente autobiografici.  Si raccontano nelle loro scritture.  È molto diverso della letteratura francese della stessa epoca, che era molto più astratta, ideologica. 

Sunday 1 March 2020

Lessico famigliare - Natalia Ginzburg

Strano libro dove non succede molto.  Racconta la verità della sua famiglia - fatti diversi d'ogni giorno da quando era piccola fino a quando va per abitare a Roma.  Presenta il carattere e abitudini di suo padre, di sua madre, e come fanno i giovani della famiglia per scappare a quella struttura.  Il libro è fatto di piccoli dettagli della vita in comune di una famiglia, e anche di un gruppo d'amici.  A certi punti nel libro, parla del periodo quando era sposata con il suo primo marito, la vita che hanno fatti insieme.
Ci sono parecchi bei passaggi che si tratta di Cesare Pavese, amico stretto di famiglia.  Quando si legge quei passaggi comprende perché si e suicidato - è un uomo che non ha mai trovato il posto giusto per inserirsi nella vita quotidiana.  Ginzburg presenta chiaramente il suo isolamento, il suo solitudine fondamentale (tema che è ripresa nel suo proprio libro, La casa in collina).  Quando leggo quei passaggi, e anche il suo proprio libro,  non comprendo perché la gente continua a vedere quel suicidio come atto misterioso. 
Per causa uno dei fratelli all'autore, si vede anche un po' della  politica italiana durante il periodo fascista e anche di dopo guerra, e come ha toccato alle famiglie in modo concreto. 
La famiglia e come un fondo alla sua vita personale, toccato dalla politica, dalla morte, un fondo che in fondo non cambia mai. Il tessuto dei rapporti familiari non cambiano, ma il mondo si...

Once Upon a Time in Europa - John Berger

This book of his peasant trilogy looks at the period when local industrial resource extraction comes to the mountains.  It examines the moment when the younger generation abandons the hard-scrabble farming to move to low-skill industrial work or to low-level service work of the time - sales, markets etc.  You see the despair of the older generation as they age and become incapable of maintaining their small farms and livelihood.  You see the exploitation and hard labour of the unskilled factory workers.  The work is still manual - they have only their body's strength to use to earn a living.  The new work is still precarious; injuries and death happen without consequence or support for the survivors.  You see the loss of traditions and traditional knowledge.  You also see some who adapt in some way and take valued products from the wild to sell in the cities.
There is also an awareness of the environmental degradation resulting from these early, dirty extractive industries, a poisoning of the land and water.